GLI ARTISTI

Martha Baggetta

 

Nata a Quito in Ecuador, vive e lavora in Italia, ma anche all’estero, si è laureata in Comunicazione Internazionale (alla facoltà di Lingua e Cultura Italiana) di Perugia.
La fotografia è il linguaggio visivo da lei scelto per rappresentare un sentimento, quelle sensazioni prettamente umane. Un linguaggio che a prima vista, analizza e pone subito in risalto l’assenza di qualsiasi presenza vivente all’interno degli ambienti; è proprio questa assenza, questa ricerca di uno spazio vuoto, di una completa condizione d’isolamento da tutto ciò che è vivo, una solitudine auto-imposta da parte di chi scatta a rendere le immagini così umane.

L'artista dà molta importanza alle fotografie notturne: durante il giorno infatti, qualsiasi luogo da noi attraversato è popolato da persone, ma quando cala la luce, è l’elemento urbano a prendere il sopravvento sull’umano, con tutte le sue geometrie, le architetture nuove e vecchie che ci offre la città in cui viviamo o che magari stiamo visitando.
Con la notte vengono messi in evidenza la miriade di particolari posti in risalto dall’illuminazione spettrale del neon: questi elementi sono carichi di colori che nella vita reale l’occhio non riesce mai a percepire e che qui acquistano un significato del tutto particolare, come a far diventare irreale il reale, regalando allo spettatore un piacevole senso di smarrimento, tenendo sempre conto dell’intimità di quel momento, di quell'irripetibile scatto.

Il reportage crea un rapporto tra l’abitante e il viaggiatore che difficilmente si trova se non si possiede un mezzo di comunicazione come la macchina fotografia.
Il viaggiare crea uno stato mentale diverso così da analizzare mode, culture, religioni e mischiando tutti questi elementi sembra di vivere in prima persona il transito in un paese sconosciuto, il toccare con mano una cultura altra.

La mostra, risultato di alcuni dei viaggi che l'artista ha felicemente condiviso con la sua macchina fotografica, vorrebbe aprire una piccola porta sul mondo a chi si soffermerà davanti alle foto, provando a sentirne anche l'odore, il sapore, il suono.
Il voler scoprire sempre di più la porta a scoprire altre forme di arte, come la pittura il disegno e il modellare ognuna di queste arti.

Page FB: https://www.facebook.com/MarthaBaggettaJpg

BLOG:     http://marthabaggetta.wordpress.com

E-mail: martha.cip.ciop@tin.it


Stefania Centazzo

 

Classe 82, fiorista di professione e insegnante di danza del ventre per vocazione.

Da sempre è attratta dai monili e decori per il corpo, inizia così una personale ricerca su materiali e abbinamenti possibili, legno, carta, ferro, vetro, ma anche terra o semplici elementi di risulta, prendono vita in originali ed uniche collane, abbinamenti che dettati dal sentimento danno forza e valore unico ad ogni singolo pezzo.

Da alcuni definite piccole sculture da indossare! Per scelta solo e rigorosamente pezzi unici che si possono trovare esclusivamente presso l’atelier dell’artista.


Sara Colautti

 

Spilimbergo 1984. Laureata all’ISIA di Urbino con un progetto di libro tattile illustrato per non vedenti, ipovedenti e vedenti. Ha pubblicato: “E tu chi sei?” (Lavieri editore) e “Lazarillo De Tormes “ (Eli New Readers).

Concorsi: Primo premio “Folkest”, menzione speciale per il miglior albo di utilità sociale “Syria Poletti sulle ali delle farfalle”, segnalazione al “Premio letteratura ragazzi di Cento”.

Cura la progettazione visiva del “Festival Internazionale di Circo Contemporaneo Brocante” e collabora con: “Scuola Circo Flic” di Torino e con giovani compagnie teatrali. Svolge attività di laboratorio con enti e scuole. Lavora come illustratrice.

www.saracolautti.it/blog


Cristina De Zorzi

 

Nata a Maniago nel 1986, residente ad Andreis-PN.

Il tentativo continuo di vincere la banalità e l’omologazione mi ha guidata verso la ricerca del particolare e dell’unicità e così ogni bizzarro e impensabile materiale ha ri-preso vita.

I miei studi in storia dell’arte, il mio suggestivo paesino natale di Andreis e soprattutto le continue emozioni per il nuovo, spero possano accompagnare per sempre il mio cammino alla scoperta del dettaglio che fa la differenza!


Eva Di Silvestro

 

Infanzia. Il disegno è per me voglia di circondarmi di un mondo solo mio: sono fatta di pensieri e di sogni, volo lontano.

Udine. Istituto d’arte. E' un impatto inevitabile e indispensabile con nuove facce, nuove materie e nuovi strumenti. Imparo, ascolto, osservo, disegno, disegno, e ancora disegno.

Università. Corso di studi in Architettura. Un mondo che percepisco come freddo e tecnico. Lì imparo metodi di lavoro, studio formule che giustificano disegni, disegni che rappresentano un’idea. Il fascino della progettazione.

Corso di grafica. Una preziosa esperienza, in cui ri-conosco il computer come strumento da affiancare al lavoro manuale.

Attualmente lavoro nel campo del retail design come grafica e progettista. …ma rimane sempre vivo quel mio desiderio di diventare, chissà, forse un giorno, illustratrice.


Cristina Gargano

 

Cristina (Stella) Gargano, in arte kK (k piccola prima e grande dopo!!!) nasce a Pordenone il 15 settembre del 1985.

La sua curiosità la porta a vagabondare per lidi lontani.

Oggi vive a Milano e studia all’Accademia delle Belle Arti di Brera. Come direbbe sua mamma “centomila idee tutte confuse”... Come direbbe lei: “lunga è la via per questa mia fantasia...”


Arianna Gasperina

 

“Al legno dedico le mie attenzioni amandone le caratteristiche che ne fanno materia viva, mai doma, sempre diversa nella struttura tanto da rappresentare una sorta di sfida proprio per la varietà e le caratteristiche della materia, in un processo di continua ricerca.”

Lo stile è prevalentemente figurativo risolto con tecnica sicura ed impetuosa, ma al tempo stesso accorata ed affascinante sempre leggibile anche quando l’anatomia di volti e corpi si traduce in superfici appena abbozzate. Nata nel 1978 a Pordenone, si è diplomata al Liceo Artistico di Oderzo e dal 1995 si dedica all’attività di scultura. La vocazione è nata durante l’iter scolastico ed è poi proseguita presso laboratori di valenti artisti.

La scultura di Arianna ci invita ad un forte esercizio intellettivo per comprenderne il messaggio profondo, ma anche al saggio abbandono dell’ascolto di ciò che intimamente ci evoca l’opera.

Arianna sembra suggerirci proprio questo: osserva la scultura... Toccala... Indagala avidamente... ma poi chiudi gli occhi ed ascolta.


Remo Gingillino

 

Nasce a Maniago nell'estate del 1984.

Frequenta il Liceo Scientifico presso l'Istituto Magistrale di Sacile e nel frattempo si appassiona alla Mountainbike. Si laurea nel 2007 all'Università degli studi di Udine in Ingegneria Meccanica dopo aver fatto diverse esperienze di studio a Parigi (Francia) e Cork (Irlanda).

Le esperienze all'estero lo spingono a vedere il mondo con occhi diversi e accendono la sua voglia di creare e viaggiare.

Oggi lavora nel settore della produzione di energia. Le sue creazioni sono rappresentative della sua interiorità in momenti diversi. Cerca di spaziare fra diverse forme espressive inoltrandosi in una continua ricerca, che ha come obiettivo quello di trovare il proprio stile.


Marco Giordani

 

Marco Giordani di Claut.

Cuoco creativo e barista polivalente. Per passione fin da bambino sfoga la sua creatività nell’arte. Secondo le sue parole nei momenti di sconforto ha la massima ispirazione.


Elena Grimaz

 

Il lavoro “SENTI.MENTALE – dieci, undici, dodici… non so, stazioni aeree” si compone di elementi qualificati come æ: “æssenze” e che vengono installati secondo una modalità di n. stazioni aeree differentemente composte e ricomposte in momenti e luoghi diversi, con dimensioni variabili.

Æssenza è una percezione, una norma del sentire, una sorta di sospensione, un estraniamento. Æssenze sono pelli, panni, luoghi di confine, momenti di stazione, attese. Æ è un suono, un segno per ciò che è nello stesso tempo assente e presente, individua la coesistenza dell’essenza (intesa come presenza) e dell’assenza (intesa come negazione).

Il ciclo di lavori “SENTI.MENTALE” iniziato nel 2002 presenta una struttura che prevede elementi mobili a seguito del ritmo “circolare” proprio del sentire e del “rieditarsi” in altre forme della medesima percezione (æssenza) e che ritorna percorribile in rinvii, incroci, stazioni.

Nelle immagini:
Capolinea punto a capo
2010 vetrina spazio Tilt, Cormons (GO)
Sentimentaltro
piume, cartone, panno per pavimenti, forcina per capelli, filo da ricamo, elastico, perle/cucito, 0.67x0.71x0.45
Tutto ciò che si è andato compiendo (particolare)
straccio per pavimenti, filo da ricamo, petali e foglie di stoffa/cucito, 0.30x0.40x0.10



Anna Lazzati

 

Anna nasce A San Daniele del Friuli in una notte buia e tempestosa del Luglio 1987 ma il suo carattere cresce limpido e solare e trova espressione nelle sue creazioni.
Nelle sue vene scorre sangue Friulano, Veneto, Lombardo e Ligure con piccole tracce di Toscano.
Vive a Udine ma si sente a casa in ogni luogo da cui si possa vedere la montagna friulana dove, quando può, ama rifugiarsi.
Cresce in una famiglia numerosa in cui è sempre stata data importanza all'abilità manuale come via per conoscersi ed entrare in relazione con l'altro.
Grazie alla mamma, al papà ed ai nonni sviluppa una fantasia spiccata ed un insaziabile curiosità.
Quello che è lo deve anche allo scoutismo , in cui presta ancora servizio, che le ha trasmesso la passione dell'educare e l'amore per l'ambiente.
Si diploma al liceo magistrale " Caterina Percoto" ma nel compiere la scelta universitaria si indirizza verso gli studi ambientali e come dice lei " se Dio vuole tra poco mi laureo!".
Conosce le paste polimeriche da adolescente ed il tempo e la necessità di dare sfogo alle sue "troppe idee" la portano a coltivare da autodidatta questa passione.
Realizza Collane , bracciali, orecchini, borse e molti altri oggetti con piccole digressioni sul legno e i tessuti.
Ogni perlina terminata è un nodo che si scioglie, ogni collana assemblata è un pò di chiarezza e serenità ritrovata.
www.intrecciecolori.com
http://intrecciecoloricreazioniinfimo.blogspot.it/


Bisaro Mosaici

 

Il laboratorio Bisaro Mosaici di Gianpietro Bisaro, è da sempre impegnato nella promozione del mosaico artistico e mosaico di arte sacra.

Nel suo laboratorio di San Giorgio della Richinvelda crea opere per l’Italia e per l’estero con la massima cura utilizzando la sua esperienza più che ventennale.


Luca Pezzotto

 

Riflessioni sul “coraggio”
Paracadutista della Brigata Aviotrasportata Folgore, alpinista, paracadutista civile costantemente in ricerca. del limite fisico. Fin dove potevo spingermi? C’era un confine oltre il quale non ci sarebbe stato più ritorno? Su queste domande ho cominciato a ricercare una risposta dopo quel periodo buio, iniziato alla fine del 1999, quando la mia vita è cambiata per sempre, in quanto, come mi disse un medico”... lei ha la sclerosi multipla, una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale che la porterà alla sedia a rotelle…. cure non esistono”.
Ho allora iniziato un nuovo cammino, una rivalutazione di tutto ciò che io credevo fondamentale, quale ad esempio la salute fisica appunto, questa non come priorità o fondamento per il raggiungimento della gioia, anzi, a volte, ostacolo. La realizzazione di sé non è qualcosa di automatico ma esige un lavoro interiore ed invisibile spesso molto più faticoso di altri, anzi, in quanto rischia di metterci davanti a realtà di noi che non vorremmo vedere e sapere. Sì, la vita interiore esige CORAGGIO. È come iniziare un viaggio, non tanto in estensione quanto in PROFONDITÀ; lo smarrimento che si prova all’inizio, di fronte al paesaggio interiore sconosciuto, può sgomentare e forse proprio questo è il viaggio più lungo e arduo, anche se non ti obbliga a percorrere neppure un chilometro.
Le mie prime esperienze pittoriche le ho iniziate già nei primi anni del 1990 con la tecnica della tempera e successivo studio dei colori e del disegno artistico col m.o Giulio Belluz e l’artista Guido Fantuz; successivamente ho coltivato per diversi anni la calcografia con la tecnica dell’incisione a “punta secca”, “acquaforte” e “acquatinta”; all’inizio del 2002 ho sviluppato la tecnica del monotipo prima, e parallelamente ho cominciato a lavorare su tela con acrilico e stucco plastico a base quarzo (tecnica che uso a tutt’oggi perché m’ha permesso di uscire dalla tela per urlare alle genti la gioia del vivere.
Luca Pezzotto


Simone Pizzoli

 

Nato il 25 settembre 1972, artegiano.

“Simone Pizzioli ascolta il metallo e chiacchierando con lui traccia un linguaggio fatto di fessure, forme e buchi da toccare. Il materiale freddo si scalda e dialoga con i gesti dell’artegiano, il risultato sono lastre e forme gestuali e armoniche, che parlano di occhi, elementi grafici, fiori e di tutto quello che l’occhio dell’osservatore può riconoscere attraverso le bruciature.”


Nicolas Vavassori

 

Questo artista, quando lavora, è come colpito da “turbe creative”, le sue opere sono piene di provocazione e i materiali usati vanno dal legno al marmo, al cemento, al ferro, acciaio e alluminio.
Come spiegare la versatilità di un artista che non si ferma mai sui risultati acquisiti ed è sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo?
L’uomo della “Total Art”, come Vavassori, intende dare una forma univocamente decodificabile alle emozioni di qualsiasi genere, in quanto le emozioni stesse hanno una superficie, un volume e partecipano alla fissità del tempo eterno e alla velocità del tempo umano.
Nelle opere di Vavassori, che si potrebbero definire “opere di iperavanguardia” c’è tutto un ribollire di materia che si muove e si agita, che rende impossibile la definizione dei passaggi da un contenuto ad un altro e l’impressione che se ne ricava è proprio quella di “Arte Totale”, a tutto campo, perfino di esondamento di creatività, il risultato di un contenuto che affiora dall’ignoto, di una suggestività che mette in moto i meccanismi elaborativi intuitivi dell’artista “superiore”.
Nella “Total Art”, quella frequentata da Vavassori, l’opera e il mondo che lo circonda costituiscono una trilogia di elementi che si accorpano in un atto sintetico, in un gesto puro, che è al contempo segno e funzione del processo artistico, che non è mai lasciato al caso ma che si compie secondo dei meccanismi operativi estetici propri dell’artista. La favola contenuta nelle opere di Vavassori si presenta col suo sorso di sogno ad abbeverarci allorchè, con la sete d’infinito dentro, dobbiamo lottare contro il muro che si erge davanti a noi. E allorchè ci si pone di fronte ad un’opera di questo artista si deve accettare la favola e che il suo mondo entri in noi, che faccia parte di noi e che si accompagni alle difficoltà della vita come come un sorriso ad illuminare i momenti in cui subiamo le devastazioni della nostra animna.
È come bere un sorso di vita per rigenerarsi dopo ogni sconfitta e per ricominciare ogni mattina a sperare.
Eraldo Di Vita
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